Paolo Protti
2003-07-27 17:07:51 UTC
La resa a specchio è un argomento che mi sta particolarmente a cuore.
Ho letto che in diverse città non è possibile fare resa a specchio e
credo che ciò comporta ulteriori appesantimenti nella gestione
dell'edicola (finanziario e di spazio) rispetto all'accordo che
abbiamo fatto da diversi anni a Reggio Emilia con il nostro
distributore locale, ma anche noi, pur avvantaggiati dall'accordo di
resa a specchio, sentiamo il notevole peso della disfunzione
distributiva in quanto le testate che si spacciano per editoriali
senza esserlo e dal proliferare in modo abnorme ed assurdo di
riciclati e ricoperinati, di raccolte o collezioni che ci costringono
ad ore di inutile lavoro (controllo della merce in arrivo, resa,
controllo contabile della resa, segnalazioni di mancanze sia in arrivo
che in resa, ulteriore controllo con il fucile spianato che le
mancanze siano accreditate ecc. ecc.) rendono pesantissimo il nostro
lavoro fisico e mentale, senza avere la benché minima remunerazione.
Certo io sono avvantaggiato rispetto a Prato o Bergamo dove leggo che
la resa a specchio non è possibile, ma la sostanza credo non cambi se
non in termini di valuta e spazio: rimane tanto lavoro inutile e non
pagato. Faccio un esempio pratico con una bolla illustrati di un
giorno qualunque ricevuta dal sottoscritto.
Numero pubblicazioni (referenze) distribuite dal mio DL: 128
Numero pubblicazioni inviate al sottoscritto: 81
Numero pubblicazioni uscite, ma non fornite: 47
A titolo di cronaca era il 27.11.00 lunedi. Ribadisco ho preso un
giorno a caso dal mio archivio.
Sempre a titolo di cronaca il numero di copie ricevute quel giorno
sono state 430. Le copie rese 135 di cui 40 a specchio.
Mi sono andato a rileggere l'attuale accordo che, seppur scaduto e
fuori dai tempi, è ancora quello che regola la nostra attività. Me lo
sono andato a rivedere perché nonostante sia applicato solo dagli
edicolanti (non dagli editori e men che meno dai DN e DL), spesso
sento dire dai rappresentanti sindacali degli edicolanti frasi del
tipo: non possiamo farci niente ..purtroppo l'accordo in corso
prevede queste clausole lo so il buonsenso direbbe che hai ragione,
ma il contratto no .
Ed altre amenità del genere che tutti conoscete. Cosa dice il
contratto?
ART. 7 IMPEGNI DELLE RIVENDITE
Le Rivendite si impegnano:
a ricevere, per la messa in vendita, tutte le pubblicazioni quotidiane
e periodiche fornite dalle Aziende associate alla FIEG (che saranno
contrassegnate da apposito marchio e il cui elenco aggiornato sarà
inviato alle organizzazioni dei rivenditori) o dalle Aziende di
distribuzione locale con tempestività, la continuità e l'impegno
professionale adeguati per favorire lo sviluppo della loro diffusione,
garantendo a ciascuna delle pubblicazioni parità di trattamento. Ogni
altra forma di rifornimento deve, pertanto, ritenersi abusiva.
Ora io non ho mai ricevuto L'Eco di Bergamo o L'Unione Sarda (non è
che ne senta il bisogno, per carità!!!!) che pure sono edite da
Aziende associate FIEG, mentre il 27.11.00 erano in distribuzione Top
Puzzle, Titti giochi, Lesbo Italia, Eden, Cerbiatte Viziose, Pippi
rilancio, Travestit e Puzzle in allegria solo per fare qualche nome,
che, ho controllato attentamente, sono edite da aziende NON ASSOCIATE
FIEG e quindi, come recita il contratto, da ritenersi abusive. Ora
chiedo: perché i DN e DL, nonostante il contratto parli molto chiaro
accettano di distribuire testate ritenute abusive?
Quali sono stati i criteri di scelta del mio DL di inviarmi 81
referenze sulle 128 distribuite quel giorno? So già le risposte di
"qualcuno": la consuetudine, oppure la conoscenza del potenziale di
vendita da parte dei DL.
Ma quale conoscenza se lo stesso Costantini ci dice che non conosce
nemmeno il suo miglior cliente? (Tranquillo Marco non è assolutamente
una polemica personale, ma una constatazione di fatto).
A titolo di cronaca le referenze per me necessarie il 27.11.00 erano
68 di cui 30 avrei preferito riceverle con carichi superiori perché
insufficienti rispetto alle mie potenzialità.
Ritornando infatti all'attuale contratto l'art.6 recita:
IMPEGNI DELLE AZIENDE EDITORIALI Le Aziende editoriali aderenti alla
FIEG si impegnano .a fornire ai rivenditori il numero di copie
necessario a soddisfare le esigenze diffusionali dei singoli punti
vendita.
E quindi tradotto significa che:
o gli editori dimostrano con i numeri resa 0 della tal testata
oppure devono rifonderci il mancato guadagno delle mancate vendite.
A questo punto E' INDISPENSABILE da subito discutere della
determinazione dei carichi. Non so se anche voi avete notato l'anomalo
netto aumento dei libri ricevuti con sconti ridicoli rispetto a quelli
normalmente ottenibili sul mercato librario. Anche in questo caso
silenzio più assoluto delle OOSS. Come per gli inserti. Come per i
banded. Come per i cut price. Come per gli abbonamenti. Come per
Oresette. Come per i carichi anomali dei supermercati. Gli editori ci
provano titubanti e poi .visto che non incontrano nessuna
resistenza, trasformano le nostre attività a loro piacimento. La
scorsa settimana siamo stati costretti a vendere un milione di
infradito al 18,77%.
E' normale?
Andate a chiedere ai negozi di calzature l'aggio che hanno quando
vendono una ciabatta.
Andare a chiedere ai negozi di abbigliamento gli sconti per vendere
costumi, maglie, top, pantaloni, camicette, parei e sciarpe.
Andate da qualsiasi profumeria a chiedere quanto hanno di aggio per
vendere profumi.
Andate in farmacia e chiedete al farmacista chi paga l'IVA sui
preservativi.
Chiedete al ferramenta di fiducia quanto guadagna sulla vendita di una
pinza o di una torcia.
Oppure ad una libreria l'aggio normale sui libri.
A proposito: chi ha trattato per nostro conto l'aggio sui tampax?
Paolo
Ho letto che in diverse città non è possibile fare resa a specchio e
credo che ciò comporta ulteriori appesantimenti nella gestione
dell'edicola (finanziario e di spazio) rispetto all'accordo che
abbiamo fatto da diversi anni a Reggio Emilia con il nostro
distributore locale, ma anche noi, pur avvantaggiati dall'accordo di
resa a specchio, sentiamo il notevole peso della disfunzione
distributiva in quanto le testate che si spacciano per editoriali
senza esserlo e dal proliferare in modo abnorme ed assurdo di
riciclati e ricoperinati, di raccolte o collezioni che ci costringono
ad ore di inutile lavoro (controllo della merce in arrivo, resa,
controllo contabile della resa, segnalazioni di mancanze sia in arrivo
che in resa, ulteriore controllo con il fucile spianato che le
mancanze siano accreditate ecc. ecc.) rendono pesantissimo il nostro
lavoro fisico e mentale, senza avere la benché minima remunerazione.
Certo io sono avvantaggiato rispetto a Prato o Bergamo dove leggo che
la resa a specchio non è possibile, ma la sostanza credo non cambi se
non in termini di valuta e spazio: rimane tanto lavoro inutile e non
pagato. Faccio un esempio pratico con una bolla illustrati di un
giorno qualunque ricevuta dal sottoscritto.
Numero pubblicazioni (referenze) distribuite dal mio DL: 128
Numero pubblicazioni inviate al sottoscritto: 81
Numero pubblicazioni uscite, ma non fornite: 47
A titolo di cronaca era il 27.11.00 lunedi. Ribadisco ho preso un
giorno a caso dal mio archivio.
Sempre a titolo di cronaca il numero di copie ricevute quel giorno
sono state 430. Le copie rese 135 di cui 40 a specchio.
Mi sono andato a rileggere l'attuale accordo che, seppur scaduto e
fuori dai tempi, è ancora quello che regola la nostra attività. Me lo
sono andato a rivedere perché nonostante sia applicato solo dagli
edicolanti (non dagli editori e men che meno dai DN e DL), spesso
sento dire dai rappresentanti sindacali degli edicolanti frasi del
tipo: non possiamo farci niente ..purtroppo l'accordo in corso
prevede queste clausole lo so il buonsenso direbbe che hai ragione,
ma il contratto no .
Ed altre amenità del genere che tutti conoscete. Cosa dice il
contratto?
ART. 7 IMPEGNI DELLE RIVENDITE
Le Rivendite si impegnano:
a ricevere, per la messa in vendita, tutte le pubblicazioni quotidiane
e periodiche fornite dalle Aziende associate alla FIEG (che saranno
contrassegnate da apposito marchio e il cui elenco aggiornato sarà
inviato alle organizzazioni dei rivenditori) o dalle Aziende di
distribuzione locale con tempestività, la continuità e l'impegno
professionale adeguati per favorire lo sviluppo della loro diffusione,
garantendo a ciascuna delle pubblicazioni parità di trattamento. Ogni
altra forma di rifornimento deve, pertanto, ritenersi abusiva.
Ora io non ho mai ricevuto L'Eco di Bergamo o L'Unione Sarda (non è
che ne senta il bisogno, per carità!!!!) che pure sono edite da
Aziende associate FIEG, mentre il 27.11.00 erano in distribuzione Top
Puzzle, Titti giochi, Lesbo Italia, Eden, Cerbiatte Viziose, Pippi
rilancio, Travestit e Puzzle in allegria solo per fare qualche nome,
che, ho controllato attentamente, sono edite da aziende NON ASSOCIATE
FIEG e quindi, come recita il contratto, da ritenersi abusive. Ora
chiedo: perché i DN e DL, nonostante il contratto parli molto chiaro
accettano di distribuire testate ritenute abusive?
Quali sono stati i criteri di scelta del mio DL di inviarmi 81
referenze sulle 128 distribuite quel giorno? So già le risposte di
"qualcuno": la consuetudine, oppure la conoscenza del potenziale di
vendita da parte dei DL.
Ma quale conoscenza se lo stesso Costantini ci dice che non conosce
nemmeno il suo miglior cliente? (Tranquillo Marco non è assolutamente
una polemica personale, ma una constatazione di fatto).
A titolo di cronaca le referenze per me necessarie il 27.11.00 erano
68 di cui 30 avrei preferito riceverle con carichi superiori perché
insufficienti rispetto alle mie potenzialità.
Ritornando infatti all'attuale contratto l'art.6 recita:
IMPEGNI DELLE AZIENDE EDITORIALI Le Aziende editoriali aderenti alla
FIEG si impegnano .a fornire ai rivenditori il numero di copie
necessario a soddisfare le esigenze diffusionali dei singoli punti
vendita.
E quindi tradotto significa che:
o gli editori dimostrano con i numeri resa 0 della tal testata
oppure devono rifonderci il mancato guadagno delle mancate vendite.
A questo punto E' INDISPENSABILE da subito discutere della
determinazione dei carichi. Non so se anche voi avete notato l'anomalo
netto aumento dei libri ricevuti con sconti ridicoli rispetto a quelli
normalmente ottenibili sul mercato librario. Anche in questo caso
silenzio più assoluto delle OOSS. Come per gli inserti. Come per i
banded. Come per i cut price. Come per gli abbonamenti. Come per
Oresette. Come per i carichi anomali dei supermercati. Gli editori ci
provano titubanti e poi .visto che non incontrano nessuna
resistenza, trasformano le nostre attività a loro piacimento. La
scorsa settimana siamo stati costretti a vendere un milione di
infradito al 18,77%.
E' normale?
Andate a chiedere ai negozi di calzature l'aggio che hanno quando
vendono una ciabatta.
Andare a chiedere ai negozi di abbigliamento gli sconti per vendere
costumi, maglie, top, pantaloni, camicette, parei e sciarpe.
Andate da qualsiasi profumeria a chiedere quanto hanno di aggio per
vendere profumi.
Andate in farmacia e chiedete al farmacista chi paga l'IVA sui
preservativi.
Chiedete al ferramenta di fiducia quanto guadagna sulla vendita di una
pinza o di una torcia.
Oppure ad una libreria l'aggio normale sui libri.
A proposito: chi ha trattato per nostro conto l'aggio sui tampax?
Paolo